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Channel: Corsi di Laurea Unicusano - Blog dell'Università Niccolò Cusano
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Come calcolare il riscatto di laurea: guida pratica

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Se vuoi aumentare l’importo dell’assegno pensionistico o se vuoi anticipare i tempi della pensione e desideri sapere come calcolare il riscatto di laurea questo post fa proprio al caso tuo.

Partiamo da una premessa, necessaria per comprendere il valore che deriva dalla possibilità di riscattare gli anni di studio.
In un’epoca caratterizzata da incertezza e precarietà lavorativa, raggiungere il minimo contributivo necessario per il pensionamento sembra essere una mera utopia, soprattutto per i più giovani.

Ecco perché ultimamente l’argomento che riguarda il riscatto della laurea è diventato di grande attualità.

Partendo dal presupposto che la tematica è burocraticamente piuttosto complessa, e che le casistiche e le normative cambiano continuamente, Unicusano ha deciso di realizzare questa guida pratica, nella quale sono raccolte tutte le info utili per richiedere il riscatto, i requisiti per inoltrare la richiesta e le modalità di calcolo dei relativi oneri.

Cos’è il riscatto di laurea

Prima di addentrarci  nel dettaglio tecnico del calcolo per il riscatto degli anni di laurea cerchiamo di capire cosa si intende per ‘riscatto di laurea’.

Si tratta di uno strumento che trasforma gli anni di università in anni contributivi.
Significa in pratica integrare la posizione contributiva ai fini del calcolo delle prestazioni pensionistiche.

In realtà il riscatto consente di andare prima in pensione soltanto in alcuni casi.
Generalmente si va in pensione per età (pensione di vecchiaia) o per anzianità contributiva (pensione anticipata).
Chi va in pensione per età ha iniziato a lavorare tardi mentre chi riesce a smettere di lavorare per aver raggiunto l’anzianità contributiva ha iniziato a lavorare, e quindi a contribuire, da giovane.

Da tale premessa è piuttosto chiaro che il riscatto, in quanto strumento in grado di aggiungere anni al proprio storico contributivo, è utile soprattutto per chi va in pensione per anzianità contributiva; quindi per chi ha iniziato a lavorare presto.

Rappresenta un’eccezione chi ha necessità di riscattare gli anni di studio per arrivare ai 20 anni di contribuzione minima richiesti dal requisito di vecchiaia.

Dall’analisi dei dati è possibile affermare che chi ha iniziato a lavorare intorno ai 23-25 anni ha la concreta possibilità di anticipare il momento della pensione.
Al contrario, per chi ha iniziato a lavorare intorno ai 30 anni prevale il requisito di vecchiaia per cui il riscatto non sarebbe comunque utile per un anticipo dei tempi pensionistici.

I requisiti per richiederlo

Il requisito imprescindibile affinché sia possibile procedere con  riscatto è il conseguimento di uno o più titoli rilasciati dalle università o da istituti di livello universitario.

È possibile quindi riscattare i periodi che riguardano i corsi legali per i quali si è conseguito uno dei seguenti titoli:

  • Diplomi universitari: corsi della durata minima di due anni e non superiori a tre
  • Diplomi di laurea: corsi della durata minima di quattro anni e non superiore a sei
  • Diplomi di specializzazione: corsi post-laurea della durata non inferiore a due anni
  • Dottorati di ricerca: regolamentati da apposirte disposizioni legislative
  • Titoli accademici introdotti dal decreto n. 509 del 1999, ovvero Laurea (L) e Laurea Specialistica (LS)
  • Diplomi AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale) rilasciati a decorrere dall’anno accademico 2005-2006.

Una precisazione è d’obbligo in merito ai titoli AFAM.
Possono essere riscattati i periodi che fanno riferimento al conseguimento di diplomi accademici di primo e secondo livello, diplomi di specializzazione, diplomi accademici di formazione alla ricerca.
Per i diplomi rilasciati durante il previgente ordinamento, essi possono essere riscattati in base alle condizioni indicate in una specifica circolare INPS.

Il riscatto può essere richiesto per l’intero periodo o parzialmente per periodi singoli; inoltre secondo la circolare del 1999 relativa al riscatto di laurea INPDAP il calcolo può essere effettuato anche su due o più corsi di laurea.

Sono esclusi dal calcolo, per cui non vengono conteggiati ai fini del riscatto, i periodi di iscrizione fuori corso e quelli già coperti da contribuzione obbligatoria, figurativa o da riscatto che sia non solo presso il fondo cui è diretta la domanda stessa ma anche negli altri regimi previdenziali previsti dall’articolo 2 del Decreto Legislativo 184 del 1997.

Per quanto riguarda invece i periodi di studio compiuti all’estero, i relativi titoli devono essere riconosciuti dalle università italiane, ovvero devono avere valore legale nel nostro Paese.
Per essere riscattabili i titoli devono essere riconosciuti ‘ai fini previdenziali’ dal Miur.

La domanda di riscatto

La domanda di riscatto deve essere presentata telematicamente, attraverso il sito dell’Inps, i patronati o intermediari dell’istituto, i contact center

A seguito del pagamento dell’onere e del legittimo accredito del riscatto non è possibile richiedere la revoca.

I vantaggi

Prima di spiegarti come calcolare il costo del riscatto di una laurea in ingegneria, in economia o in psicologia una piccola sintesi dei principali vantaggi riservati a chi decide di riscattare gli anni di studio universitari.

Il primo, come accennato nel corso della premessa, è dato dalla possibilità di acquisire l’anzianità contributiva, maturando con po’ di anticipo il diritto alla pensione.

Tutt’altro che secondario il dato che riguarda la misura della pensione.
Grazie al riscatto degli anni di studio è possibile incrementare la cifra e renderla più consistente e interessante.

Ultimo, ma non per questo meno importante, il dettaglio che riguarda la deducibilità.
I genitori di figli inoccupati che sostengono l’onere del riscatto hanno la possibilità di detrarre il 19% del costo.

Come calcolare il riscatto di laurea ordinario

Il costo del riscatto viene determinato sulla base delle norme che regolamentano la liquidazione della pensione con il sistema retributivo o con quello contributivo, a seconda del contesto temporale nel quale si insierisce il periodo oggetto di riscatto.

Ciò significa che le cose cambiano se il riscatto si riferisce al 1992 o al 1997.

Per i periodi anteriori al 1 gennaio 1996 si procede con il calcolo effettuato su determinate tabelle di riferimento.
Per i periodi successivi al 1 gennaio 1996 si procede con il calcolo effettuato sulla base dell’aliquota contributiva.
Si procede in tal caso con l’applicazione di un’aliquota pari al 33-34% dell’imponibile previdenziale relativo alle 52 settimane precedenti alla domanda.
La cifra viene quindi moltiplicata per il numero di anni per il quale è rchiesto il riscatto.

Per quanto i periodi che si collocano nel sistema contributivo, il calcolo viene effetuato sulla retribuzione, assoggettata a contribuzione, dei 12 mesi meno remoti precedenti alla presentazione della richiesta di riscatto.

Per quanto riguarda il calcolo relativo ai periodi che si inseriscono nel sistema retributivo, esso si basa su parametri quali l’età, il sesso, l’anzianità contributiva, le retribuzioni degli ultimi anni

Sul sito dell’INPS è disponibile un simulatore che effettua il calcolo sulla base delle informazioni inserite.
Per poter usufruire del servizio non è necessario registrarsi; è sufficiente inserire i propri dati, in maniera autonoma, per ricevere una stima orientativa del costo e della possibilità di rateizzarlo.
Attualmente il simulatore funziona solo per i calcoli degli inoccupati e per chi rientra per intero nel sistema contributivo.

Riscatto di laurea agevolato e per gli inoccupati

Il Decreto Legge numero 4 del 2019 introduce la possibilità di riscattare gli anni di studio, successivi al 1995, in forma agevolata.

Viene introdotta una sorta di quota fissa, pari a 5.240 euro per ogni anno di studio, che tradotto in percentuale significa un risparmio di oltre il 50% rispetto alla quota calcolata con metodo ordinario.

La norma è legata ad alcuni requisiti essenziali per accedere all’agevolazione:

  • Possesso di almeno un contributo versato in una Gestione INPS
  • Periodi di studio soggetti al calcolo pensionistico contributivo
  • Periodi di studio (corsi di laurea e dottorati) non coperti da contribuzione.

Quindi, per i periodi che si collocano temporalmente nel sistema contributivo della pensione è prevista la  modalità di calcolo agevolata per la quale, a differenza della modalità ordinaria, l’onere viene calcolato sul livello minimo di imponibile per artigiani e commercianti e sull’aliquota di computo vigente nel FPLD (Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti).

La facoltà di richiedere il riscatto può essere esercitata anche da chi al momento della domanda risulta inoccupato. La richiesta può essere inoltrata anche da chi non è stato mai iscritto ad alcuna forma di previdenza e da chi non ha iniziato alcuna attività lavorativa, in Italia o all’estero.

Il calcolo dell’onere segue le stesse modalità del riscatto agevolato.

Riscatto agevolato per over 45

Come accennato in precedenza, la misura agevolata degli oneri relativi al riscatto di laurea era legato ad un requisito anagrafico, ovvero era riservata agli under 45.

Successivamente la legge è stata modificata e l’agevolazione estesa anche agli over 45.

Chi effettua la domanda non deve avere versamenti di contributi relativi ai periodi dei corsi da riscattare.

Il costo del riscatto non sarà, in tal caso, proporzionale all’ultimo reddito imponibile ma sarà calcolato nella misura del 33% sul reddito minimo relativo alla gestione degli artigiani e dei commercianti.

Il procedimento di calcolo segue quindi le modalità previste per gli inoccupati.

Riscatto per Iscritti alla CTPS

Il riscatto può essere esercitato anche dai lavoratori dipendenti iscritti alla Cassa dei Trattamenti Pensionistici dello Stato (CTPS).

Il riscatto della laurea, a partire dal 2010, può essere richiesto anche dal soggetto assicurato che vanta una contribuzione accreditata presso la Gestione Dipendenti Pubblici.
La richiesta può essere inoltrata anche se il soggetto non è più in servizio, a patto che non abbia già avviato un trattamento di quiescenza.

Il pagamento

Una volta determinato l’importo del costo di riscatto bisogna procedere con il versamento all’Inps.

Il pagamento, gestito attraverso il circuito PagoPa, può essere effettuato direttamente online sul sito dell’Inps, accedendo con le proprie credenziali di riconoscimento e seguendo il seguente percorso di navigazione:

  • Prestazioni e servizi
  • Servizi
  • Portale dei pagamenti
  • Riscatti, ricongiunzioni e rendite

I metodi di pagamento accettati sono: carta di credito, carta di debito e addebito in conto corrente.

Il pagamento dell’onere può essere effettuato anche attraverso agenzie bancarie, uffici postali, sportelli ATM abilitati ed esercenti convenzionati come ad esempio ricevitorie, tabaccherie, farmacie ecc.

Al fine di agevolare i pagamenti, è prevista la possibilità di rateizzare l’onere relativo al riscatto.
È possibile arrivare ad un massimo di 120 rate senza interessi, in 10 anni.

Credits: AndreyPopov / Depositphotos.com

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